R3 – NOTE DI REGIA
Quello di Riccardo è un gioco al massacro di estrema precisione che viene pianificato attraverso il dolore e il sangue, elemento quest’ultimo fondamentale per la definizione del suo work-in-progress.
Il sangue quindi diventa rappresentazione delle morti “necessarie” alla ricerca della Corona, prende forma e consistenza nell’avanzare della trama: diventa l’unico sentiero che conduce al potere, entità così effimera che, come il sangue stesso del resto, può essere spazzata via con un colpo di spugna.
Ma come spiegare la brutale ferocia di Riccardo?
Il cattivo fine a se stesso, vuoto involucro a volte inserito nella trama solo per dare un senso ai valori positivi, è cosa da fumetti.
La sua ferocia è pari solo alla sua inconsolabile tristezza. Forse la spietatezza è frutto di un’infanzia infelice?…Forse.
Un testo rappresentato per la prima volta nel 1594 ma contenente tematiche che oggi sono ancora tristemente attuali come la spietata ricerca del potere e l’insensato bisogno di affermarsi con ogni mezzo… queste sono alcune delle emozioni che Shakespeare ha voluto raccontare e che l’essere umano non ha ancora imparato a governare nonostante i secoli.
In scena è presente una figura di dantesca memoria, una sorta di Caronte, che attraverso sonorità elettroniche traghetterà il pubblico in questa cruenta storia aiutandolo ad immergersi nel dramma: dove regnano malvagità e odio, non può esserci armonia.
Francesco Boschiero
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