IL GIOCO DELLE PARTI – NOTE DI REGIA

Il Reality Show ha conosciuto il periodo di maggior successo nei primi anni Duemila, grazie alla diffusione su scala mondiale del famigerato Grande Fratello. La vita quotidiana di dieci persone normali in un’unica Casa, costantemente sorvegliata dalle telecamere, sembra aver conquistato completamente il pubblico di tutto il Pianeta, tanto che diverse versioni di questo Reality sono state proposte in ben 42 Paesi del mondo.
A partire dal nuovo Millennio sono nati numerosi altri programmi sulla falsa riga del Grande Fratello: si sono letteralmente insinuati nelle nostre case, distogliendo l’attenzione del pubblico dalla realtà, tramite la “realtà”.

La finzione diventa realtà, il mondo reale diviene distante e illusorio.

La relatività della verità e la realtà nella realtà sono stati temi molto amati da Luigi Pirandello.
I personaggi pirandelliani si trovano, loro malgrado, a vivere una storia nella storia. Si disperano, si rallegrano, litigano e si innamorano, sempre spiati dall’occhio attento del pubblico.
Il pubblico, che inizialmente riconoscerà in questa pièce una fedele rappresentazione di un format televisivo a tutti gli effetti (tanto che la domanda è d’obbligo: “ma veramente posso comandare l’andamento della storia?”) si renderà conto di essere, piano piano, chiamato a decidere di avvenimenti sempre più intimi relativi ai protagonisti fino ad arrivare all’apice: la vita o la morte di una persona.
Forse è questo, in soldoni, quello che ha risvegliato in ognuno di noi un certo modo di fare intrattenimento: possiamo arrivare nel cuore del “malcapitato” scoprendone gli aspetti più intimi, farli nostri e grazie al potere di onnipotenza, arrivare a decidere della sua sorte per poi, naturalmente, gettarlo nel calderone all’arrivo del prossimo concorrente…o del prossimo Reality.

Francesco Boschiero